L’UE vuole eliminare la crittografia end-to-end
Dopo feroci dibattiti interni al congresso americano sull’inserimento di una “corsia preferenziale” per l’accesso alle comunicazioni protette con crittografia end-to-end, anche in Europa si è iniziato a parlare dell’impossibile: permettere ai governi di accedere a dati protetti da crittografia, garantendo comunque il rispetto della privacy.
Crittografia end-to-end: garantisce la privacy, ma con qualche effetto collaterale
Il principio saldo della crittografia end-to-end è che nessuno, neppure il servizio che la fornisce, è in grado di aggirarla e accedere alle comunicazioni o ai dati privati. Questo perché le chiavi di crittografia sono conservate all’interno dei singoli dispositivi, sono inaccessibili e sono indecifrabili. Questo è l’unico modo per garantire in ogni modo il rispetto della privacy.
Questo significa che non è possibile, neanche su richiesta di organi governativi, accedere alle comunicazioni o ai dati di nessuno, anche in caso di sospetti delitti penali quali, tra gli altri, la pedopornografia. Per questo, su proposta di alcuni membri, si è iniziato a discutere di un modo per dare ai governi, e solo a loro, la possibilità di aggirare tale crittografia.
La proposta della presidenza tedesca all’EU
Secondo quanto riportato dall’Electronic Frontier Foundation, la presidenza tedesca ha fatto girare una nota che riporta quanto segue:”Nonostante non sia un’opzione desiderabile quella di indebolire la crittografia, lo sarebbe invece avere una corsia preferenziale che permetterebbe l’ingresso legale a comunicazioni e dati criptati da parte delle forze dell’ordine”.
Adesso, più che mai, è fondamentale sapersi come proteggere. Le VPN possono darti una mano in questo senso: molte di esse risiedono al di fuori dell’unione europea e, dunque, non devono sottostare alle leggi europee. Nonostante questo dibattito sia solo all’inizio, è bene prepararsi all’ingresso prepotente dell’opinione pubblica che, diretta più dalla paura che dai fatti, potrebbe portare l’UE ad approvare leggi che indebolirebbero il nostro diritto alla privacy.
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